page 04 _______________Young Goodman Brown by Nathaniel Hawthorne



It was now deep dusk in the forest, and deepest in that part of it where these two were journeying. As nearly as could be discerned, the second traveller was about fifty years old, apparently in the same rank of life as Goodman Brown, and bearing a considerable resemblance to him, though perhaps more in expression than features. Still they might have been taken for father and son. And yet, though the elder person was as simply clad as the younger, and as simple in manner too, he had an indescribable air of one who knew the world, and who would not have felt abashed at the governor's dinner table or in King William's court, were it possible that his affairs should call him thither. But the only thing about him that could be fixed upon as remarkable was his staff, which bore the likeness of a great black snake, so curiously wrought that it might almost be seen to twist and wriggle itself like a living serpent. This, of course, must have been an ocular deception, assisted by the uncertain light.

"Come, Goodman Brown," cried his fellow-traveller, "this is a dull pace for the beginning of a journey. Take my staff, if you are so soon weary."

"Friend," said the other, exchanging his slow pace for a full stop, "having kept covenant by meeting thee here, It IS my purpose now to return whence I came. I have scruples touching the matter thou wot'st of."

Oramai le ombre del crepuscolo erano fitte nella foresta, e ancora più fitte in quella parte dove i due stavano camminando. Per quel che si poteva vedere, il secondo viandante aveva circa cinquanta anni, ed era apparentemente della stessa classe sociale di Goodman Brown, con cui aveva una considerevole rassomiglianza, sebbene forse più nell’espressione che nell’aspetto fisico. Eppure, avrebbero potuto essere scambiati per padre e figlio. E tuttavia, sebbene il più anziano fosse abbigliato allo stesso semplice modo del più giovane e avesse anche le stesse maniere semplici, aveva una certa aria di uno che conosceva il mondo e che non si sarebbe sentito in imbarazzo alla tavola del governatore, o alla corte di re Guglielmo, nel caso che i suoi affari lo avessero richiesto. Ma l’unica cosa al suo riguardo, che potesse essere considerata rimarchevole, era il suo bastone, che rassomigliava ad un grande serpente nero, intagliato in modo così peculiare, che lo si sarebbe quasi potuto vedere torcersi e aggrovigliarsi come un serpente vivo. Questo, naturalmente, non poteva essere altro che un inganno della vista, favorito dalla luce incerta.

“Forza, Goodman Brown!” gridò il suo compagno di strada, “questo è un ritmo fiacco per l’inizio di un viaggio. Prendi il mio bastone, se sei già così stanco.” “Amico,” disse l’altro, trasformando il suo passo lento in una sosta, “poiché ho rispettato il patto di incontrarti qui, è mia intenzione adesso ritornare da dove sono venuto. Ho degli scrupoli, riguardanti l’argomento di cui tu sai.”





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